giovedì 28 agosto 2008

Maledetto marketing

Non ho mai nascosto la mia antipatia per quanto BMW sta facendo ultimamente, e probabilmente ora ne capirete, almeno in parte, il perchè. Forse non sono il più indicato a dare questa notizia, però non posso non esprimere l'amarezza e la delusione che ho provato nell'apprenderla.
Partiamo dall'inizio. Quando BMW presentò la nuova M3, alcuni appassionati si lamentarono perchè ritenevano le mancasse qualcosa rispetto alle celeberrime antenate. Così, attendono con ansia l'arrivo della versione CSL. Tale sigla sta per Coupè Sport Lightweight, e ha fregiato alcuni dei modelli più sportivi del marchio biancoblu. Ultima la M3 CLS, modello E46, che con il suo 6 cilindri in linea portato a 360cv e la carrozzeria alleggerita grazie all'uso di materiali compositi, era un vero e proprio animale da pista.
Ebbene, la versione CSL della M3 E92 sarebbe dovuta essere qualcosa del genere, qualcosa in grado di imprensierire anche la 911 GT3. Al Nurburgring circolavano già i primi muletti.
Dico sarebbe, perchè in realtà la E92 CSL è stata cancellata. Non vedrà mai la luce. Ad affermarlo è Luwig Willisch, presidente della M Division di BMW. E perchè avrebbero cancellato un gioiello del genere? Presto detto: per dare la priorità alle versioni M di X5 e di quell'abominio che lassù in Baviera chiamano Sport Activity Coupè, la X6.
Proprio loro, che non molto tempo fa avevano dichiarato che mai avrebbero creato una versione M di un SUV perchè non abbastanza sportivo, ora hanno cancellato la M3 CSL per sviluppare X5 M e X6 M. Capite il mio sdegno ora?

E non è finita qui, ad essere cancellata è anche l'erede della M1. Anche se il suo sviluppo non era stato ancora deliberato, al contrario della CSL. Spero vivamente che questa notizia da me riportata possa ricevere in futuro una smentita.

Concludo riportando (e traducendo) la frase con cui WorldCarFans chiude l'articolo, che io trovo molto significativa:

... loro promuovono ancora lo slogan "Ultimate Driving Machine". Forse "Money Making Machine" gli calzerebbe meglio?

Si fa sul serio

Fin dal suo debutto, l'Audi R8 ha sempre mostrato le sue ottime qualità stradali, messe in rilievo da più di una rivista. Eppure, non pochi sono quelli che dubitano ancora della bontà della sportiva dei Quattro Anelli. A iniziare da quelli che -erroneamente, lo ribadisco ancora una volta- la definiscono una Gallardo ricarrozzata.
Bene, a tutti quelli che non apprezzano le qualità di questa supercar, io mostro questa:

Cattiva allo stato puro, niente mezze misure. Via la tipica sobrietà di Ingolstadt, e diamo il benvenuto alle numerose appendici aerodinamiche. Minigonne rasoterra, sottoparaurti anteriore pronunciatissimo, estrattore aerodinamico al posteriore, fiancate allargate, enorme spoiler al posteriore; il tutto farcito da una bella iniezione di fibra di carbonio. E ancora, all'interno è stato eliminato tutto il superfluo, e fanno bella mostra di sé i due sedili Recaro e i roll-bar a vista.
Insomma, mostra tutto ciò che si conviene a un'auto da corsa. Sì, perchè tutte queste modifiche non sono fine a se stesse, ma atte a diminuire il peso e aumentare il carico aerodinamico. Questa R8 correrà infatti nell'affollata categoria GT3. Si fa sul serio.
Sottopelle, troviamo il V8 high-revving che trova già posto nella R8 stradale, forte però di 500 puledri: libidine. La trazione quattro non è tuttavia presente, al suo posto una classica trazione posteriore, causa le regole di omologazione GT3. Per lo stesso motivo, il cambio è un sequenziale a 6 rapporti.
Fin dalla sua presentazione, i fans richiedevano una versione da corsa della R8. E ora Audi Sport li ha accontentati, con quella che rappresenta la prima preparazione ufficiale. Questo è il risultato: una versione dura e pura insomma, un'auto da corsa nel senso più classico del termine, che farà gongolare più di un appassionato (uno eccolo qua... eheh). Ora aspettiamo di vedere come si comporterà, nella sua stagione di debutto 2009.

lunedì 25 agosto 2008

Un convoglio di Subaru per ricordare Colin McRae

Quasi un anno è passato dalla tragica morte di Colin McRae, avvenuta il 15 settembre scorso per via di un incidente in elicottero, assieme a suo figlio di 5 anni e due suoi amici.
Universalmente riconosciuto come uno dei migliori piloti contemporanei, per celebrare la sua morte è stato organizzato un convoglio, che andrà dalla sua residenza a Lanark, Scozia, fino alla cittadina di Warwickshire, dove è situato un circuito di prova di proprietà della Prodrive (team per cui lui correva). Il convoglio verrà guidato da Jimmy McRae (padre di Colin, anche lui a pilota di rally), in una delle Subaru utilizzate dal figlio. Le adesioni sono state numerosissime, circa 1,300 Subaru, provenienti da tutto il mondo, prenderanno parte al convoglio, accomagnandolo con il loro caratteristico rombo. La sua lunghezza totale sarà quindi di ben 20 miglia, circa 32km. Una volta arrivata al circuito di Prodrive, la carovana stabilirà due record mondiali: il primo, innanzitutto, la parata di 1,300 Subaru, e il secondo, la scritta "Colin McRae" fatta con le auto stesse.
Un'iniziativa stupenda, senza dubbio, che fa capire quanto la gente non abbia dimenticato, nè mai lo farà, questo speciale pilota scozzese.

domenica 24 agosto 2008

Aspettando la RS5


Negli ultimi tempi il reparto sportivo Audi, quattro GmbH, è indubbiamente in grande fermento. Oltre alla più volte citata R8 V10, alla neonata RS6 berlina, alla futura TT-RS, il marchio dei Quattro Anelli si prepara a lanciare anche una versione RS della bella A5. RS5, appunto. Modello cruciale per l'immagine sportiva del marchio, perchè si andrà a scontrare direttamente con una delle punte di diamante del suo vicino di casa/nemico numero uno: la BMW M3.
Per far venire l'acquolina in bocca a noi appassionati del marchio, in attesa della RS5, Audi ha presentato sul circuito Ricardo Tormo a Valencia, Spagna una versione rivista della S5, denominata S5 Evo. Viene definita dai suoi creatori come un experimental model, quindi un'eventuale produzione in serie è abbastanza improbabile. Esteticamente identica alla S5, le novità sono tutte sottopelle: il V8 aspirato di 4,2 litri passa da 354 a 420cv, mentre il cambio è il nuovissimo S-tronic a doppia frizione, con 7 rapporti. La trazione rimane ovviamente quattro, con il 60% della coppia al posteriore e il 40% all'anteriore, come sulla S5 standard. In più dispone del classico bottone Sport che rende i passaggi di marcia e la risposta di acceleratore e sterzo più veloci, oltre ad irrigidire le sospensioni.
I pochi reporter automobilistici che sono stati invitati alla presentazione, e che hanno avuto l'opportunità di guidare alcuni esemplari, le hanno attribuito dei giudizi molto positivi.
Prospettive abbastanza rosee, e grandi aspettative, per la RS5. Speriamo di non rimanere delusi.
Intanto, M3, guardati le spalle...

fonte: Infomotori

martedì 19 agosto 2008

Sarà lei l'erede della McLaren F1?

Come ben sappiamo McLaren sta passando un periodo abbastanza intenso della sua storia. A parte le vicende legate alla Formula 1, dal punto di vista delle auto "di serie"ci sono alcune succose novità che bollono in pentola. Dopo la fine dell'accordo con Mercedes che ha dato vita alla SLR McLaren, la Casa inglese diversificherà la gamma in due modelli, di cui il primo dovrebbe rivaleggiare con F430 e Gallardo. Il secondo rigaurda nientedimeno che un'erede della leggendaria F1, ideata dal genio di Gordon Murray, definita da alcuni la migliore supercar mai costruita. Non c'è bisogno di descriverla, è una di quelle auto che se non le conosci non puoi definirti un appassionato di auto.
Mentre la baby McLaren -nome in codice P11, al momento- dovrebbe vedere la luce intorno al 2010, l'erede della F1 (che si dovrebbe chiamare F2, mentre il nome in codice è P12) arriverà qualche tempo dopo. La P11, disponibile inizialmente come coupè e in segiuto anche spider, dovrebbe presentarsi più compatta rispetto alle famose rivali. Il motore dovrebbe essere un V8 derivato dal Mercedes-AMG montato attualmente sulla SLR.
Dalla P11 deriverà la più estrema P12, l'erede della F1. Il motore ovviamente sarà diverso da quello della P11, probabilmente un V10 o un V12 con potenza oltre i 600cv; quasi sicuramente aspirato, se vuole veramente essere l'erede della F1.
Della P12 sappiamo poco e niente, a parte dei rendering emersi qualche tempo fa sul web:

Sarà lei l'erede della leggendaria F1? Il design effettivamente sembrerebbe una naturale evoluzione di quello della F1, e inoltre ci sono particolari abbastanza plausibili (specchietti esterni ereditati dalla SLR in primis).
Tuttavia, permettemi di sollevare qualche dubbio. Vero è che le linee pulite dell'auto, priva di inutili fronzoli, rispecchiano in pieno la filosofia della precedente F1; c'è però un addolcimento generale delle linee (se mi passate il termine), che al contempo la rende un pò distante dalla progenitrice: non ha, come dire, lo stesso senso di compattezza. Poi, per qualche motivo, il design sembra abbastanza datato, non esattamente al passo coi tempi, in più di un particolare. Anche se ciò è plausibile, visto che la F1 non è stata assolutamente una supercar attenta alle mode, ma bensì un esempio, ancora oggi a 14 anni dalla sua nascita, di design senza tempo. E infine, c'è quel leggero senso di deja-vù che mi prende ogni volta che guardo queste immagini.
Insomma, non è improbabile che quella che vediamo sia davvero l'erede della leggenda. Io non nascondo il mio scetticismo a riguardo, semplicemente c'è qualcosa che non mi quadra. Probabilmente mi aspettavo solo un aspetto un po' più... compatto, ecco. Non ha lo stesso senso di compattezza e leggerezza che la F1 trasmetteva al primo sguardo. Anzi, mi sembra troppo normalizzata. Mettiamola così, vedo molto più consona l'auto raffigurata come la P11 che non l'erede della F1, la P12.
Per concludere, mi preme sottolineare che queste notizie non si basano su niente di certo, ma sono solo voci. E quindi, alcune volte sono anche contrastanti tra loro. Perciò non prendentele come oro colato, ma piuttosto siate pronti a delle smentite -come anche a delle conferme- in futuro.

domenica 17 agosto 2008

Bugatti Veyron 16.4 Grand Sport: non c'è limite all'opulenza


Quando le grandi ambizioni si uniscono alla testardaggine, vediamo nascere alcuni dei più grandi capolavori mai concepiti dal genere umano. Opere maestose, le quali spesso non sono state create per alcun motivo razionale. In campo automobilistico, un esempio lampante è dato dalla Bugatti 16.4 Veyron. Un inno all'opulenza su quattro ruote, ma anche un capolavoro ingegneristico non da poco, che ha richiesto tantissimo tempo per il quale il Gruppo VW ha speso più denaro di quanto ne guadagna effettivamente con la sua vendita. Il risultato ha dell'incredibile: 8,0 litri di cilindrata, 16 cilindri a W, quattro turbocompressori, per un totale di 1001 cavalli e 1250Nm di coppia massima. Per non parlare dell'aerodinamica curata nei minimi particolari (fino agli specchietti retrovisori), del complesso alettone retrattile (che da solo è in grado di garantire una forza frenante pari a quella di una normale utilitaria), o degli innumerevoli radiatori per raffreddare l'imponente meccanica. Dotata di trazione integrale permanente (indispensabile per scaricare a terra l'enorme potenza) e di cambio a 7 rapporti e a doppia frizione, i numeri relativi alle prestazioni sono semplicemente mozzafiato, sebbene il peso arrivi per forza di cose a sfiorare le due tonnellate: 407km/h di velocità massima, e appena 2,5 secondi per raggiungere i 100km/h da fermo, il tutto mantenendo l'auto facile da guidare come fosse una Golf. Sbalorditivo.
Ora il livello di esclusività è stato portato ancora più in alto, presentando la versione targa denominata Grand Sport. I rinforzi necessari, per via della mancanza del tetto fisso, sono stati ottenuti attraverso un diffuso impiego di fibra di carbonio, nei montanti e nel tunnel centrale. I roll-bar sono stati inoltre incorporati nell due grandi prese d'aria situate sul cofano motore, per l'occasione rinforzate con fibra di carbonio. L'auto dispone di un tettuccio rigido, rimovibile, in policarbonato trasparente (il che lo rende molto leggero), che mantiene inalterata la valocità di punta di 407km/h, mentre in configurazione open top può raggiungere la comunque elevatissima velocità di 360km/h. Tuttavia, poichè il tettuccio rigido non può trovare posto nel vano bagagli, è disponibile anche un tettuccio in tela retrattile. Una soluzione molto di fortuna, visto che è capace di reggere solo fino a 130km/h.
Per l'occasione sono state effettuate anche delle leggere modifiche estetiche, tra cui i nuovi fari anteriori bruniti (ora dotati degli immancabili LED), e nuovi cerchi il cui disegno ricorda la tipica calandra Bugatti a ferro di cavallo.
Questa nuova meraviglia è stata presentata ieri 16 agosto durante il famoso concorso d'eleganza di Pebble Beach. Ne verranno prodotti solo 150 esemplari, di cui i primi 50 venduti esclusivamente ai clienti Bugatti già registrati. Il primo esemplare, quello esposto a Pebble Beach, verrà messo all'asta, e il ricavato verrà donato in beneficienza.
Come la coupè, la Grand Sport verrà asseblata a mano nella fabbrica di Molshein, in Francia, e il prezzo è fissato alla modesta cifra di 1,4 milioni di euro. Tasse escluse, ovviamente.